Che cos’è la dieta chetogenica?

La dieta chetogenica è una dieta che induce nell’organismo la formazione di sostanze acide definite “corpi chetonici” (da cui il nome) come il beta-idrossibutirrato, l’acido acetacetico e l’acetone. La produzione di corpi chetonici avviene quando si assume una quantità molto bassa o nulla di zuccheri ad esempio in caso di digiuno o di dieta molto ricca di grassi. In questo caso l’organismo ed il cervello, in particolare, utilizzano i corpi chetonici come fonte di energia. L’osservazione risalente agli anni ’20 che il digiuno può sedare le crisi epilettiche ha portato la messa a punto di un tipo particolare di dieta chetogenica che viene utilizzata nell’epilessia. L’applicazione della dieta ad altre patologie è in fase di studio. Il protocollo dietetico più utilizzato in Italia è la dieta chetogenica classica.

Come funziona?

Alla base del meccanismo d’azione della dieta chetogenica nell’epilessia sembrano esserci proprio i “corpi chetonici” che vengono prodotti dal fegato per sopperire alla mancanza di zucchero (glucosio) e diventano il carburante primario che il cervello utilizza per assolvere alle sue mansioni. ll meccanismo d’azione vero e proprio, nonostante molte siano le ipotesi, resta ancora parzialmente sconosciuto.

Chi può trarre beneficio dalla dieta chetogenica?

L’indicazione a seguire la dieta deve essere sempre posta dal medico specialista che valuterà caso per caso indicazioni e controindicazioni. Le linee guida italiane e internazionali considerano la dieta chetogenica un trattamento non farmacologico efficace per pazienti con epilessia resistente ai farmaci e per quei pazienti in cui i farmaci antiepilettici provocano gravi effetti collaterali. Inoltre la dieta è l’unica terapia attualmente disponibile per malattie in cui esiste un alterazione nell’utilizzazione di carboidrati (zuccheri) e quindi un deficit nella disponibilità di energia nel cervello come la malattia da carenza del trasportatore di glucosio cerebrale (GLUT 1) e la carenza di un enzima denominato piruvato deidrogenasi. L’utilizzazione della dieta chetogenica permette al cervello di disporre di un carburante alternativo allo zucchero.

Che problemi può dare la dieta chetogenica?

In generale la dieta chetogenica è ben tollerata dalla maggioranza dei pazienti. Tuttavia, come tutte le terapie, anch’essa può presentare alcuni effetti collaterali. Essi possono sopraggiungere dopo poco tempo dall’inizio oppure dopo alcuni mesi. Si parla pertanto di complicanze a breve e lungo termine. Il trattamento viene impostato in modo tale da prevenire o ridurre al minimo l’insorgenza di tali complicanze. Si raccomanda comunque di segnalare al medico qualunque disturbo che compaia dopo l’inizio della dieta.

Principali complicanze a breve termine

  • Nausea e vomito
  • Diarrea
  • Rifiuto del cibo, inappetenza
  • Letargia transitoria (sonnolenza)
  • Ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue)
  • Disidratazione
  • Acidosi (aumento di sostanze acide nel sangue)

Principali complicanze a lungo termine

  • Stitichezza
  • Alterazione di parametri di laboratorio: Iporuricemia (aumento dell’acido urico nel sangue), Ipocalcemia (diminuzione del livello di calcio nel sangue), Ipoproteinemia (diminuzione della quantità di proteine nel sangue)
  • Calcolosi renale (formazione di calcoli nelle vie urinarie)
  • Acidosi (aumento di sostanze acide nel sangue)
  • Ritardo della crescita

Che differenze ci sono tra la dieta normale e la dieta chetogenica?

L’indicazione generale per tutta la popolazione è quella di variare ed alternare la scelta dei cibi in modo tale da garantirsi una dieta completa ed equilibrata nell’apporto dei vari nutrienti (proteine, grassi e carboidrati). Secondo tale impostazione i grassi rappresentano una percentuale non superiore al 30% e gli zuccheri il 50-60% dell’energia il che si traduce mediamente in un apporto minimo di 200 grammi di zuccheri al giorno. Per semplificare le raccomandazioni, i cibi sono classificati in Gruppi alimentari omogenei dal punto di vista della composizione nutrizionale.

Gruppo 1

  • Cereali e tuberi, comprende: pane, pasta, riso, avena, orzo, farro e patate

Gruppo 2

  • Frutta e ortaggi, comprende anche i legumi freschi

Gruppo 3

  • Latte e derivati, comprende: latte, yogurt, i latticini e i formaggi

Gruppo 4

  • Carne, pesce, uova e legumi secchi

Gruppo 5

  • Grassi da condimento, comprende: sia i grassi di origine vegetale che animale

Piramide alimentare dieta normale

  • Condimenti e dolci
  • Latticini e formaggi
  • Carne, pesce, legumi e uova
  • Frutta
  • Verdura
  • Pane, pasta e cereali e tuberi

La dieta chetogenica è una dieta terapeutica e pertanto non valgono le regole su cui si basa la dieta equilibrata che segue il modello alimentare mediterraneo. Nella dieta chetogenica i grassi rappresentano l’87-90 % delle calorie e gli zuccheri meno del 5% per cui il contenuto è ridotto fino ad un minimo di 10 grammi al giorno. Questo non deve in alcun modo spaventare perché l’organismo si può adattare ad un a dieta povera di carboidrati, ma occorre tenere presente che la dieta va sempre impostata e controllata dalla dietista e dal medico specialista in Scienza dell’Alimentazione.

Si può vivere senza carboidrati?

I carboidrati non vengono considerati nutrienti essenziali al pari di alcuni acidi grassi, aminoacidi o vitamine in quanto l’organismo umano ha la capacità’ di sintetizzare glucosio a partire dagli aminoacidi e dal glicerolo ed i fabbisogni energetici possono essere soddisfatti anche da lipidi e proteine in carenza di carboidrati. L’ organismo è in grado di adattarsi ad una dieta priva di carboidrati: in questa condizione le riserve di carboidrati sono le prime ad essere esaurite ammontando in tutto a circa 450 grammi nell’uomo adulto di cui 300 grammi sotto forma di glicogeno muscolare che possono essere utilizzati solo dal muscolo. Dopo meno di un giorno di digiuno l’organismo dipende dalla sintesi endogena di glucosio e dalla deviazione del metabolismo verso l’utilizzazione dei grassi di riserva. In condizioni fisiologiche si ritiene tuttavia necessario introdurre una quota di carboidrati sia per prevenire un eccessivo catabolismo delle proteine corporee sia per evitare un accumulo di metaboliti come i corpi chetonici nel caso dei grassi o l’urea nel caso delle proteine. Inoltre l’eliminazione degli alimenti fonte di carboidrati comporta carenze di vitamine, minerali e fibra alimentare. La riduzione dell’apporto dei carboidrati nel trattamento dell’epilessia e di altre condizioni patologiche è ricercata a scopo terapeutico e, come tale, deve essere prescritta e controllata dal medico.

Nella dieta chetogenica la rappresentatività dei vari gruppi alimentari cambia: i Gruppi 1 e 5 sono quelli maggiormente chiamati in causa proprio per il “ribaltamento” in quantità e qualità dei nutrienti.

Gruppo 1

  • Cereali e derivati: riso, pasta, pane, prodotti da forno, grissini, fette biscottate, crackers, biscotti, brioches, pizza, farina, semolino, polenta, mais, avena, cereali soffiati e patate

Questi alimenti costituiscono per l’uomo la più importante fonte di carboidrati e quindi di energia ma anche proteine di modesto valore biologico e vitamine del complesso B. Nella versione integrale risultano ricchi in fibre. Dovendo assumere pochissimi alimenti ricchi di zuccheri ne consegue che gli alimenti di questo gruppo verranno ridotti al minimo oppure non potranno più essere consumati per tutto il periodo di trattamento. Sono stati recentemente Gruppo 1 cereali e derivati: riso, pasta, pane, prodotti da forno, grissini, fette biscottate, crackers, biscotti, brioches, pizza, farina, semolino, polenta, mais, avena, cereali soffiati e patate, messi in commercio prodotti a ridotto tenore di carboidrati utilizzati prevalentemente a fini dimagranti. L’elevato contenuto di proteine di tali prodotti comporta un basso rapporto chetogenico per cui l’utilizzo al di fuori di un programma dietetico controllato può compromettere il mantenimento di un livello ottimale di chetosi. Non devono comunque essere utilizzati nel primo mese di trattamento.

Contenuto di zuccheri di alcuni alimenti (la quantità si riferisce a 100 g di alimento (parte edibile))

  • Riso (100 g): 87 g di zucchero
  • Pasta (100 g): 82 g di zucchero
  • Cioccolato (100 g): 80 g di zucchero
  • Caramelle (100 g): 71 g di zucchero
  • Grissini (100 g): 69 g di zucchero
  • Biscotti frollini (100 g): 68 g di zucchero
  • Crackers (100 g): 68 g di zucchero
  • Schiacciatina (100 g): 66 g di zucchero
  • Patate chips (100 g): 65 g di zucchero
  • Purè di patate (100 g): 65 g di zucchero
  • Crostata (100 g): 65 g di zucchero
  • Pane (100 g): 64 g di zucchero
  • Brioche (100 g): 58 g di zucchero
  • Crema nocciola e cacao (100 g): 57 g di zucchero
  • Pizza margherita (100 g): 53 g di zucchero
  • Focaccia genovese (100 g): 40 g di zucchero
  • Ghiacciolo (100 g): 36 g di zucchero
  • Gelato fior di latte (100 g): 21 g di zucchero
  • Patatine fritte (100 g): 21 g di zucchero
  • Bibite zuccherine (100 g): 11 g di zucchero

Occorre ricordare che vi sono molte altre malattie che richiedono una dieta particolare in cui vi sono “cibi proibiti” (es. celiachia, allergie, etc.)

Gruppo 2

  • Frutta e ortaggi, comprende anche i legumi freschi

Questi alimenti sono fonte di fibra, di provitamina A (carote, peperoni, pomodori, albicocche), di vitamina C (agrumi, fragole, kiwi), di altre vitamine, di sali minerali e di sostanze antiossidanti e acqua. L’assunzione durante la dieta chetogenica è estremamente ridotta soprattutto per quanto riguarda la frutta, più zuccherina rispetto alla verdura. Anche i legumi generalmente vengono esclusi perché molto ricchi in amido e proteine. La carente assunzione di vitamine e fibra alimentare che ne deriva viene compensata dall’uso di integratori.

Gruppo 3

  • Latte e derivati, comprende: latte, yogurt, i latticini e i formaggi

La funzione principale di questi alimenti è soprattutto quella di fornire calcio, in forma altamente biodisponibile. Gli alimenti di questo gruppo contengono inoltre proteine
di ottima qualità biologica, alcune vitamine (soprattutto B, D e A ) e grassi di origine animale. Nella dieta chetogenica questo gruppo è molto ben rappresentato soprattutto dai formaggi scelti tra i tipi più grassi.

Gruppo 4

  • Carne, pesce, uova e legumi secchi

La funzione principale di questo gruppo è quella di fornire proteine di ottima qualità biologica, vitamine del complesso B ed oligoelementi. Nell’ambito della dieta chetogenica il loro consumo viene calcolato attentamente per coprire il fabbisogno giornaliero di proteine. Troveremo quindi sia la carne che il pesce fresco e molto spesso i salumi che hanno la caratteristica di essere maggiormente ricchi in grasso quindi particolarmente adatti a questa dieta. Generalmente i legumi secchi vengono esclusi perché molto ricchi di carboidrati oltre che di proteine.

Gruppo 5

  • I grassi da condimento

Giocano un ruolo importante perché fonte di energia e per l’apporto di acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili, delle quali favoriscono anche l’assorbimento. Da non trascurare l’aspetto edonistico: i grassi contribuiscono ad esaltare la palatabilità e la componente aromatica dei cibi. Si suddividono in grassi di origine vegetale (in particolare l’olio extravergine d’oliva) e di origine animale (come burro, panna, lardo, strutto, ecc). Nell’elaborazione della dieta chetogenica si cerca, ove possibile, di privilegiare i grassi di origine vegetale. In aggiunta può essere utilizzato un olio ricco di acidi grassi a catena media ( MCT) che sono particolarmente chetogenici.

Piramide alimentare della dieta chetogenica

  • Dolci, pasta, riso, pizza, pane e patate (non sono ammessi nella dieta chetogenica)
  • Verdura
  • Salumi, insaccati, carne, pesce e uova e frutta in guscio
  • Frutta
  • Latticini e formaggi
  • Alimenti ricchi in grassi di origine alimentare e vegetale

Come è calcolata la dieta chetogenica?

La composizione della dieta chetogenica è espressa con un rapporto in peso tra grassi, espressi in grammi e la somma di proteine e zuccheri, sempre espressa in grammi
R (rapporto chetogenico) = g lipidi / (g proteine + g zuccheri)

Apporto di energia

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la dieta chetogenica non fa ingrassare. L’equipe nutrizionale che si occupa della elaborazione dello schema infatti considera attentamente quelli che sono i fabbisogni specifici del paziente per età, sesso e peso. E’ estremamente importante infatti provvedere ad un adeguato apporto energetico per evitare di utilizzare le proteine (massa muscolare) come combustibile. A tal fine il fabbisogno energetico dei bambini deve essere determinato utilizzando un diario alimentare che viene compilato per 7-14 giorni per poter stimare l’abituale apporto energetico. Disturbi gastrointestinali intercorrenti, diminuzione dell’appetito, iniziale rifiuto del cibo potrebbero determinare un basso apporto energetico con conseguente perdita di peso. Quando necessario, per integrare l’apporto calorico, si può utilizzare un alimento in formula nutrizionalmente completo ed idoneo per la dieta chetogenica in accordo con i curanti.

Proteine

Per l’elaborazione della dieta chetogenica classica è molto importante che il rapporto tra grassi e (proteine + carboidrati) sia costante e sempre rispettato. Le proteine che troviamo nei menù della dieta chetogenica sono quasi esclusivamente di origine animale e quindi di elevata qualità. Il calcolo di fabbisogni energetici e proteici viene effettuato nel rispetto dei livelli di sicurezza e raffrontato con i dati provenienti dal diario alimentare.

Zuccheri

Per il mantenimento della chetosi è essenziale un basso apporto di zuccheri, che viene monitorato nel tempo tramite la misurazione della chetonuria (livelli di chetoni nelle urine) e, quando possibile, della chetonemia (livelli di chetoni nel sangue). Il valori di glicemia e chetonemia capillare possono essere comodamente rilevati a domicilio mediante una macchinetta detta reflettometro. Lo scarso contenuto di cibi ricchi d’amido e di vegetali fa sì che la dieta chetogenica sia estremamente povera in fibre e ciò può aggravare la stipsi dovuta tra l’altro all’uso dei farmaci antiepilettici, allo scarso movimento ed alla limitata ingestione di liquidi, abbastanza tipica nei pazienti affetti da epilessia.

Grassi

Mediamente una dieta bilanciata apporta con gli alimenti un massimo del 30% di lipidi.
Nella dieta chetogenica classica i lipidi rappresentano il 87 – 90 % dell’energia e sono sia di origine animale che vegetale.

Alimenti ricchi in grassi e condimenti

  • Panna da montare
  • Panna da cucina
  • Latte intero
  • Yogurt greco classico
  • Formaggi
  • Mascarpone
  • Maionese
  • Lecitina di soia
  • Prodotto formula Ketocal 4:1 e 3:1
  • Olio di oliva, semi, con MCT
  • Burro
  • Lardo
  • Tonno o altro pesce in scatola
  • Salumi
  • Pesci grassi
  • Frutta in guscio e semi
  • Avocado
  • Olive

Liquidi

Mediamente una dieta bilanciata apporta con gli alimenti circa g 1000 di acqua mentre la dieta chetogenica ha un apporto ridotto a circa 250-300 g di acqua al dì per la particolare scelta degli alimenti. L’assunzione di liquidi che va sempre incoraggiata sotto forma di bevande non zuccherate, va individualizzato anche in relazione al livello di attività o al clima.

Carenze ed eccessi, integrazioni

La dieta viene calibrata sui fabbisogni specifici del paziente in riferimento a peso ed età. Nonostante ciò per la particolare scelta di alimenti risulta carente in minerali e vitamine e richiede quindi una adeguata supplementazione mediante utilizzo di integratori sugar free.
L’elaborazione ed integrazione adeguata della dieta chetogenica deve pertanto essere affidata ad un Team di esperti che valuti lo stato di nutrizione basale e apporti le eventuali modifiche necessarie nel corso del trattamento.

Come si comincia una dieta chetogenica?

Anzitutto occorre acquistare una bilancia pesa alimenti con precisione a 1 g e seguire con attenzione le istruzioni fornite dall’equipe durante gli incontri informativi che precedono l’inizio del trattamento. E’ fondamentale avere un’idea esatta di come dovrà essere gestita la dieta poiché, come si evince, risulta essere molto restrittiva. La dieta chetogenica può essere iniziata in ospedale o a casa secondo due diversi protocolli standardizzati e in base alle decisione del medico specialista. Generalmente la dieta prevede tre pasti: colazione, pranzo e cena. Ogni pasto è equivalente, ha lo stesso rapporto chetogenico ed apporta la stessa quantità di energia e nutrienti (proteine, grassi e zuccheri). E’ molto importante organizzare in anticipo sia il momento della spesa che quello della preparazione del pasto. La massima tranquillità è d’obbligo e se si sbaglia la misura, è opportuno ripetere l’operazione. E’ preferibile non travasare gli alimenti da un contenitore all’altro per minimizzare le eventuali perdite quindi è bene avvalersi di un unico contenitore tarandolo sulla bilancia momento per momento. E’ importante attenersi al piano alimentare elaborato dal dietista e se il paziente dimostra di non essere molto affamato, è possibile togliere una piccola quantità (5-15%) di ogni ingrediente in modo che il rapporto della dieta non cambi. Tutto il pasto deve essere consumato: se il paziente non finisce recupererà con il pasto successivo. E’ fondamentale scegliere il momento giusto del pasto anche dei famigliari onde evitare la possibile frustrazione che deriva del fatto di avere un’alimentazione completamente diversa da quella del resto della famiglia. Ogni menù può anche essere preparato e congelato avvalendosi di vaschette monodose scrivendo per sicurezza e comodità tutti gli ingredienti della ricetta e la data di preparazione. Si suggerisce di variare il più possibile la scelta delle pietanze poiché nessun alimento è identico all’altro per composizione in principi nutritivi ma piuttosto che un rifiuto è possibile continuare ad utilizzare le ricette gradite per alcuni giorni. Si ricorda che i gusti dei pazienti cambiano e spesso si adeguano nel tempo al cambiamento di dieta, tuttavia per favorire l’accettazione riveste molta importanza l’atteggiamento positivo e fiducioso di chi somministra i pasti. Tutte le persone che sono in stretto contatto con il paziente (medico/pediatra di base in primis) devono essere informati del regime dietetico terapeutico e per tutta la durata della terapia non possono essere concesse eccezioni.

Come e quando si interrompe una dieta chetogenica?

Secondo le linee guida più recenti la dieta chetogenica andrebbe seguita per minimo 3 mesi prima di sospenderla per inefficacia. Il ciclo può anche essere ripetuto nel tempo qualora vi sia la necessità. In caso di emergenza può essere interrotta bruscamente sotto controllo medico mentre di norma il procedimento di sospensione viene intrapreso abbassando progressivamente il rapporto chetogenico da 4:1 a 3:1 a 2:1 a 1:1 fino a tornare alla dieta abituale.

Come, quando e cosa controllare in una dieta chetogenica?

Come abbiamo detto all’inizio la dieta chetogenica induce nell’organismo la formazione di sostanze acide, chetoni, il cui livello va controllato regolarmente nel sangue e nelle urine con la frequenza consigliata dal medico. E’ molto importante attenersi inoltre alle indicazioni del medico riguardo la ripetizione degli esami di laboratorio e presentarsi regolarmente alle visita di controllo.

Come di misura la chetosi?

Il livello di chetosi cioè la quantità di corpi chetonici in circolo può essere misurata sia direttamente nel sangue (chetonemia) sia misurando la quantità di chetoni che vengono eliminati nelle urine (chetonuria). Queste misure servono nella fase di induzione e stabilizzazione del trattamento per verificare il raggiungimento di livelli terapeutici ed in seguito a rilevare l’aderenza alla dieta ed anche ad evitare effetti collaterali dovuti ad aumento eccessivo dei valori. Secondo le linee guida è consigliato effettuare la misurazione nel sangue ogni 12 ore fino a stabilizzazione dei valori e quindi alle visite di controllo in ambulatorio. La misura nelle urine andrebbe effettuata due volte al giorno (mattino e sera) nella fase iniziale del trattamento ed in seguito con minore frequenza.

  • Misura nel sangue: rilevazione del valore di acido beta-idrossibutirrato Valori normali: assente. Valori durante dieta chetogenica: > 2 mmol/L
  • Misura nelle urine: rilevazione dei valori di acido acetoacetico Valori normali: assenti
    Valori durante la dieta: 80 (++) – 160 (+++) mg/dl

Chi informare e come?

Tutte le persone che hanno a che fare con un paziente che segue un particolare regime dietetico devono essere informate circa la tipologia e le caratteristiche della dieta, onde evitare che possano interferire con essa. Nel caso della dieta chetogenica è sufficiente offrire un alimento non previsto ed in particolare ricco di zucchero per interrompere lo stato metabolico di chetosi. Si tratterà dunque di spiegare le caratteristiche della dieta a parenti ed amici e al personale scolastico. E’ fondamentale mantenere un regolare contatto con medici e dietista responsabili del trattamento per far fronte alle diverse problematiche che potrebbero insorgere durante il percorso terapeutico. Per ottimizzare il risultato è fondamentale che i genitori dei pazienti sappiano a chi rivolgersi a seconda delle necessità: in alcuni casi è sufficiente rivolgersi al medico/pediatra di base: è questo il caso di malattie intercorrenti del bambino che possono essere trattate come al solito salvo aver preventivamente informato il medico sul regime dietetico speciale e sulle sua implicazioni metaboliche. Per tutti i problemi clinici riferiti alla malattia di base o ai trattamenti farmacologici in corso ed alle ricadute del trattamento sull’andamento della malattia è fondamentale informare lo specialista neurologo o neuropsichiatra che ha consigliato il trattamento. Per problemi metabolici o altro effetti collaterali riferibili alla dieta il medico dell’Equipe nutrizionale si mette a disposizione dei genitori o di altri specialisti. In caso di dubbi sugli schemi dietetici o per apportare modifiche alle ricette si potrà invece ricorrere all’aiuto del dietista.

Come migliorare l’aderenza al trattamento?

Le modificazioni dietetiche previste dal regime chetogenico possono essere difficili da accettare specialmente in pazienti con un quadro clinico poco compromesso o in età adolescenziale quando i ragazzi iniziano a manifestare desiderio di indipendenza dalle famiglie e si trovano a consumare pasti fuori casa. Le limitazioni dietetiche possono creare disagio emotivo e portare all’abbandono del trattamento. Il miglioramento sintomatologico è di per sé un fattore determinante del proseguimento della terapia ma, a volte, non è sufficiente e può essere necessario un supporto motivazionale. Risulta determinante anche una approfondita spiegazione iniziale della dieta prima dell’inizio del percorso ed il continuo contatto con l’equipe curante. Inoltre un notevole aiuto deriva dallo scambio di informazioni con le associazioni di pazienti e familiari di pazienti.

Domande frequenti

I genitori di bambini che seguono il trattamento hanno spesso dubbi nella gestione della dieta a domicilio. Abbiamo ritenuto utile allegare al presente opuscolo alcune delle domande più frequenti rivolte alla dietista o al medico.

Se si mangia per sbaglio una caramella cosa succede?

Si può abbassare il livello di chetosi e questo può succedere ogni volta che il bambino mangia un cibo non previsto specie se ricco di zuccheri. Per ripristinare un livello ottimale può essere necessario saltare un pasto. Questo espediente deve essere riservato alle situazioni di emergenza e non deve assolutamente diventare un’abitudine. Occorre che i genitori siano consapevoli fin dall’inizio della necessità di aderire alla dieta in modo rigoroso e si preoccupino di informare tutte le persone che si occupano del bambino (nonni, educatori, amici) di comportarsi di conseguenza.

Il bambino vomita e non riesco a farlo mangiare: come posso fare? Può compromettere la dieta?

Occorrerà verificare il livello di chetosi e se eccessivo somministrare succo d’arancia. Se il vomito è legato ad una gastroenterite è molto importante comportarsi come con tutti gli altri pazienti che vomitano: fondamentale è il mantenimento dell’integrazione di liquidi e sali minerali e/o il ricorso a farmaci antivomito se ritenuto necessario dal medico. Il digiuno, in questi casi, non vanifica la dieta, anzi, aiuta a mantenere la chetosi.

Il bambino ha la febbre: come posso fare?

Come nel caso di un bambino a dieta libera è necessario seguire le indicazioni del pediatra (ricordando al medico il regime dietetico speciale e l’utilità di scegliere farmaci senza zucchero) e mantenere l’idratazione. In caso di accesso al Pronto Soccorso il curante così come i genitori dovranno far presente che il bambino segue una dieta chetogenica e che pertanto lo stato di chetosi è voluto e sarebbe preferibile evitare la somministrazione di soluzione glucosata.

Come e quando posso utilizzare il pasto sostitutivo in formula?

Il pasto sostitutivo in formula (Ketocal) è già calibrato in un rapporto chetogenico di 4:1 o 3:1 e come tale sostituisce un pasto dello schema dietetico: può essere assunto diluito in acqua e fatto leggermente scaldare (senza superare la temperatura massima di 55°C).  In alternativa può essere utilizzato come integratore di un pasto (con rapporto 4:1 o 3:1) allo scopo di incrementare l’apporto calorico; qualora il rapporto del pasto fosse diverso da quello della formulazione, la dietista dovrebbe ricalcolare le quantità del prodotto.

Può bere bevande zuccherine ad esempio quella a base di coca cola?

L’assunzione di tutte le bibite gassate dolci, ossia ricche di zuccheri andrebbe evitata. Sono comunque in commercio delle versioni light di tali prodotti tè freddi compresi, che contengono edulcoranti ipocalorici artificiali e possono essere assunti anche da questi pazienti. Bisogna ricordare che tutte quelle bevande che contengono frutta anche in minima quantità, anche se sulla confezione viene riportata la dicitura “senza zuccheri aggiunti”, non possono essere utilizzati a meno che siano appositamente calcolati dalla dietista.

Cosa fare in caso di stipsi o diarrea?

La dieta contiene pochissima verdura e cereali ed è quindi povera di scorie indigeribili, per tal motivo può causare stipsi, favorita anche da una carente assunzione di liquidi. Per ovviare a tale problema occorre aumentare l’assunzione di liquidi e se non basta, utilizzare un integratore di fibra senza zucchero ovvero ricorrere a comuni lassativi consigliati dal pediatra (es. supposte di glicerina o macrogol). In alcuni casi, invece, per l’elevato contenuto in grassi o per una forma virale intercorrente, può verificarsi diarrea: anche in questi casi le misure da adottare sono le stesse che per un bambino a dieta libera per cui può essere necessario un breve periodo di dieta liquida ma senza zucchero. La ripresa dei pasti grassi deve essere graduale (ad esempio dimezzando le quantità di ciascun alimento riportato, in modo da non alterare il rapporto chetogenico che deve rimanere costante).

Il bambino non beve come faccio a farlo bere di più?

Una insufficiente assunzione di liquidi è riferita dalla maggioranza dei genitori di bambini epilettici. Un bambino dovrebbe arrivare a bere una quantità di liquidi superiore a quella dell’adulto perché maggiormente esposto al rischio di disidratazione ma ciò non avviene quasi mai. Per stimolare l’assunzione di liquidi ci si può avvalere di prodotti come acqua gelificata in commercio già aromatizzata alla granatina o altri gusti oltre all’ acqua ed a bibite senza zucchero.

Esiste un forum di famiglie con lo stesso problema?

In Internet esistono svariati forum sulla dieta chetogenica: (uno fra tutti: The Charlie Foundation’s Community Forum). Nella nostra esperienza, inoltre, alcuni genitori sono disponibili a mettere a disposizione di chi è alle prime armi l’esperienza acquisita nel tempo; è così che scambiandosi i numeri di telefono i genitori hanno stretto amicizia arrivando persino in alcuni casi ad andare in vacanza insieme: un modo per rendere più lieve e condividere un momento di difficoltà.

Posso misurare i chetoni urinari se il bambino usa ancora il pannolino?

In caso di impossibilità alla raccolta delle urine la misurazione dei chetoni urinari tramite stick può essere fatta anche appoggiando la striscetta reattiva sul pannolino bagnato e confrontando il colore di viraggio con l’indicatore.

Può aumentare di peso il bambino con questa dieta molto ricca di grassi?

La dieta chetogenica è elaborata da un’equipe nutrizionale specializzata, ed ogni schema è personalizzato in modo da garantire l’apporto calorico richiesto dall’organismo in crescita; pertanto l’utilizzo di questo tipo di dieta non comporta aumento di peso anzi a volte accade il contrario, cioè un calo se si associano periodi di digiuno all’inizio o durante il trattamento.

Ho trovato degli alimenti nuovi al supermercato che vorrei cucinare al bambino: come posso fare?

Occorre rivolgersi alla dietista che, in occasione delle visite di controllo, potrà valutare la possibilità di inserire alimenti nuovi nelle diete: i genitori dovranno solo fornirle la tabella nutrizionale del prodotto riportata sulla confezione. E’ fondamentale imparare a leggere le etichette!

Il bambino ha fame e non gli basta tutto quello che è previsto dalla dieta

Il bambino è in crescita ed il suo fabbisogno calorico può modificarsi durante il trattamento. In questi casi è utile consigliare ai genitori di integrare il pasto con il preparato in formula, riservandosi di riesaminare il caso alla prima visita utile.

Il bambino è sonnolento

La letargia è un effetto collaterale che si può verificare in corso di dieta chetogenica specialmente nelle fasi iniziali. La misurazione della chetonuria/chetonemia permette di discriminare se la causa è legata ad un eccessivo aumento di chetoni, nel qual caso occorre dare al bambino 15-30 cc di succo di frutta e ricontrollare i valori. Altrimenti la causa non è da collegarsi al regime dietetico.

Il bambino è irrequieto

Anche qui vale lo stesso discorso: una volta assicuratisi che il livello di chetosi sia nel range previsto, le cause non sono da ricercarsi nel regime dietetico particolare.

Come gestire le festicciole

I bambini in dieta chetogenica devono cambiare completamente le proprie abitudini alimentari. Questo alle volte è il disagio più grosso, in quanto essi si trovano costretti a rinunciare a momenti di convivialità come le feste di compleanno. E’ a questo punto che entra in gioco l’abilità dei genitori e di chi sta vicino al bambino nel decentrare l’attenzione dal cibo. In ogni caso accanto alla torta si potrà anche preparare un dolce con prodotti idonei, con l’ausilio del dietista per far sentire il bambino meno isolato.

Si parte per le vacanze: che fare?

Le vacanze, come in genere ogni occasione di pasti fuori casa possono essere un momento complicato. Si consiglia in questi casi di mantenere una autonomia nella preparazione dei pasti, per esempio prenotare il soggiorno in residence o spostarsi in camper per non dover dipendere da una cucina esterna. In caso di gite fuori porta di un giorno o comunque di breve durata, si può ricorrere al prodotto formulato come sostituto del pasto.

In caso di necessità: quando avvertire il dietista

Bisogna rivolgersi al dietista per qualunque dubbio o richiesta inerente allo schema dietetico e all’alimentazione del bambino.

In caso di necessità: quando avvertire il medico

Bisogna avvertire il medico per tutto ciò che concerne dubbi o perplessità sullo stato di salute del bambino, su eventuali effetti collaterali, sull’alterazione dei parametri rilevati al domicilio.

Diete chetogeniche con MCT

I trigliceridi a catene media MCT sono disponibili sotto forma di olio oppure di emulsione in acqua al 50% (Liquigen). Suggerimenti per l’uso (in accordo con la prescrizione medica):

  • Liquigen e olio MCT sono interscambiabili: 50 g Liquigen = 25 g olio MCT
  • Si possono mescolare con bevande dietetiche con o senza aggiunta di latte o yogurt o panna; gli stessi ingredienti si possono usare come frullato o possono congelare per preparare un gelato eventualmente aromatizzato con polvere di caffè o sciroppi senza zucchero
  • Liquigen si mescola molto bene con le uova e può quindi essere incorporato in varie ricette a base di uova.
  • Possono essere aggiunti alle zuppe a fine cottura perché il riscaldamento può modificare l’odore
  • Si possono usare per fare salse in particolare a base di maionese, mascarpone, avocado, formaggio, aceto ed erbe aromatiche da incorporate nelle ricette come condimento o servite come contorno
  • Si possono usare anche nella preparazione di diete classiche in parziale sostituzione dell’olio di oliva

Farmaci di uso comune con formulazione priva di zuccheri

Poiché vengono continuamente immessi sul mercato nuovi farmaci, la lista proposta non è da considerarsi esaustiva ma solo orientativa. Altri farmaci possono infatti essere assunti dietro prescrizione medica previa verifica dell’assenza di zuccheri nella formulazione o, se presenti, calcolando la quantità di carboidrati stabilita nello schema dietetico.

Antibiotici

  • Fluimucil antibiotico
  • Glitisol
  • Augmentin
  • Amplital
  • Unasyn pediatrico
  • Neoduplamox
  • Clavulin
  • Amoxina
  • Glazidim
  • Rocefin
  • Zariviz
  • Keforal
  • Zinnat
  • Midecin
  • Miocamen
  • Rifocin
  • Normix

Antispastici

  • Buscopan
  • Alginor
  • Riabal
  • Debridat

Antiacidi

  • Buscopan antiacido 75 mg

Antipiretici

  • Tachipirina

Antinfiammatori

  • Novalgina
  • Brufen
  • Feldene
  • Orudis
  • Synflex
  • Synflex forte 550

Analgesici

  • Ciabalgina due fast
  • Ketodol

Antiemetici

  • Peridon
  • Plasil
  • Biochetasi

Stipsi

  • Paxabel

Antitussigeni o fluidificanti mucolitici

  • Fluibron
  • Mucosolvan
  • Lisomucil bambini
  • Bisolvon linctus
  • Fluimucil

Sedativi della tosse

  • Levotuss
  • Nitossil

Corticosteroidi

  • Urbason solubile
  • Clenil 0.8 mg/ml

Antimeteorici

  • Mylicon

Antisettici cavo orale

  • Benagol

 

 

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Irene Milito

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Irene Milito

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